Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile: giusti obiettivi, ma rafforzare strumenti e politiche
DI GIORGIO SANTINI, PRESIDENTE ASVESS –
La Strategia Regionale per lo sviluppo sostenibile approvata dalla Regione Veneto rappresenta, sul piano programmatico, un passo in avanti significativo per le prospettive del Veneto.
Sono chiari e condivisibili i capisaldi: la piena coerenza con la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, l’assunzione dell’Agenda 2030 dell’ONU e del New Green Deal dell’Unione Europea come obiettivi strategici, l’impegno al loro raggiungimento attraverso coerenti politiche di bilancio regionale, di gestione dei Fondi Comunitari, di integrazione delle politiche amministrative regionali e l’attivazione di processi partecipativi.
Per rendere effettivamente raggiungibili obiettivi così importanti sono, tuttavia, necessari un rafforzamento delle politiche e degli strumenti messi in campo dalla proposta della Regione, anche in considerazione delle nuove necessità derivanti dai negativi effetti della pandemia.
Di seguito richiamiamo brevemente i punti evidenziati nel Documento con le osservazioni e le proposte di AsVeSS inviato alla Regione prima dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale della SRSvS.
- Sul piano della “governance” chiediamo che la Cabina di Regia oggi tutta interna alla Regione debba essere integrata da figure esterne competenti sul piano tecnico-scientifico e di valutazione rispetto al perseguimento ed al raggiungimento degli obiettivi.
- Relativamente alla partecipazione proponiamo la costituzione del “Forum per lo sviluppo sostenibile” aperto alle rappresentanze economiche, sociali, culturali, agli enti locali in grado di confrontarsi costantemente con la Regione su proposte, buone pratiche, analisi in modo da rendere dinamica la Strategia e di aggiornarla in rapporto alle necessità.
- Riguardo alle politiche per lo sviluppo sostenibile queste devono accompagnare e sostenere le imprescindibili transizioni ambientali, sociali, economico-digitali e devono farlo con l’urgenza richiesta dall’emergenza.
- Sul piano ambientale le criticità relative all’emergenza climatica, alla qualità dell’aria e all’eccessivo consumo di suolo vanno affrontate con organici provvedimenti legislativi che definiscano un Piano di decarbonizzazione verso le energie rinnovabili e le zero-emissioni di CO2 ed un Piano di rigenerazione dei territori relativo alle aree urbane ed interne all’insegna dell’equilibrio dei fondamentali cicli ecologici da cui dipendono la qualità dell’aria, dell’acqua, della terra e della vita delle persone e delle comunità.
- Sul piano sociale sono molte le criticità ed è necessario che la Strategia Regionale indichi politiche altrettanto incisive: per il lavoro con le difficoltà post-pandemia a far ripartire l’occupazione e con la sempre più evidente polarizzazione in atto tra il lavoro regolare, contrattualmente tutelato e larghe aree di lavoro marginale, irregolare, discontinuo anche tra i lavoratori autonomi; per il sistema socio-sanitario, che ha retto l’urto della pandemia e dovrà ora mantenere alta la vigilanza per possibili recrudescenze del Virus sviluppando sistemi di prevenzione e tracciamento diffusi, ma anche affrontare con qualità diversa le politiche per gli anziani; per contrastare il saldo demografico negativo con interventi urgenti di sostegno esplicito alle famiglie, un sistema di servizi territoriali alle persone che permetta alle donne la conciliazione tra lavoro e famiglia nel percorso imprescindibile verso la parità di genere.
- La transizione economia dovrà animare la ripartenza post-pandemia, particolarmente difficile per tutti i settori legati all’esportazione ed al turismo. Le politiche regionali di sviluppo sono chiamate ad un salto di qualità rispetto al semplice accompagnamento delle imprese, con una scelta esplicita da un lato verso l’economia circolare e dall’altro assumendo con forza l’obiettivo di far diventare il risanamento ambientale una strategia competitiva delle imprese a partire dai settori e dai territori storicamente più inquinanti. Analogamente il turismo, che si caratterizza in Veneto per una grande pervasività e aree di forte concentrazione, va guidato verso una trasformazione qualitativa che privilegi non solo la dimensione intensiva, ma anche altri fattori quali la sostenibilità ambientale, l’integrazione con la dimensione culturale dei territori, gli aspetti solidaristici verso le persone svantaggiate.
Sono queste alcune delle politiche di sviluppo sostenibile che vanno decisamente rafforzate nella Strategia Regionale, dal momento che nella sua versione attuale sono indicate in modo generale senza tuttavia mostrare la necessaria incisività e tempestività, anche in relazione agli impatti negativi della pandemia.
Scarica di seguito il Documento con le osservazioni e le proposte di AsVeSS alla Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile.