Dalla Laudato Si’ i criteri per il futuro post Covid-19
DI MATTEO MASCIA –
Cinque anni fa, il 24 maggio 2015, papa Francesco firmava la Laudato si’. Enciclica per la cura della casa comune documento che continua a rappresentare una lente straordinaria per leggere e comprendere la complessa realtà di questo nostro tempo.
Tanto che dopo la Settimana Laudato Si’ (18-24 maggio) papa Francesco ha deciso di dedicare tutto il prossimo anno all’enciclica come occasione e stimolo per riflettere su «Che tipo di mondo vogliamo lasciare a quelli che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?» (Ls 160).
Una domanda di bruciante attualità in questo periodo segnato da una pandemia che in pochi mesi ha causato la morte di oltre 300 mila persone in tutto il mondo e che ha evidenziato i limiti e le storture dell’attuale sistema economico e sociale fondato sulla produzione e il consumo illimitato, sull’aumento delle disuguaglianze, sullo sfruttamento sistematico della natura e delle sue risorse.
Vorrei qui allora richiamare schematicamente alcune linee di riflessione del documento che rappresentano veri e propri criteri di discernimento per orientare questo tempo di ripartenza nella direzione di una effettiva e concreta occasione di cambiamento necessaria ed indifferibile se vogliamo rispondere alla ben più grave e strutturale crisi climatica.
- Imparare a guardare con occhi diversi la natura e il nostro rapporto con essa abbandonando la tradizionale visione antropocentrica dell’uomo separato dalla natura di cui è dominatore, sfruttatore, consumatore. La natura non è un’entità separata dalla persona umana, al contrario gli esseri umani sono parte di essa e ne sono compenetrati.
- Promuovere un approccio integrato perché nel mondo casa comune «tutto è connesso, tutto è in relazione» (perdita di habitat naturali e virus, emissioni fossili e riscaldamento globale, …) e perché non ci sono tante crisi separate – sanitaria, economica, sociale, istituzionale – ma un’unica crisi “socio-ambientale”.
- «Ridefinire il progresso» che è tale solo se migliora in modo integrale la qualità della vita delle persone e lascia in eredità alla future generazioni un ambiente migliore. Bisogna indirizzare l’intelligenza, l’energia e la creatività umana verso modalità innovative di sviluppo sostenibile (economia circolare, mobilità sostenibile, diversificazione produttiva, …).
- Adottare processi politici trasparenti, aperti al dialogo e con uno “sguardo lungo” che vadano oltre la ricerca del facile consenso elettorale, nella duplice direzione di un’azione coordinata e sussidiaria tra i diversi livelli di governo internazionale, nazionale, locale (Multi Level Governance); di un dialogo partecipato tra istituzioni, imprese, comunità scientifica e società civile (Multi Stake holders).
- Rinnovare comportamenti e stili di vita nel segno della responsabilità, della sostenibilità e dell’impegno civile. Una nuova “cittadinanza ecologica” che attraverso l’adozione di azioni concrete, piccoli e grandi gesti quotidiani, contribuisca a costruire un cambiamento personale e sociale che coinvolga progressivamente l’intera società.
Nel presentare l’anno dedicato alla Laudato Si’ Francesco ha ricordato che siamo chiamati «a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta… il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è». Dobbiamo essere consapevoli che dalle scelte – politiche, tecniche, personale e comunitarie – che assumeremo per ripartire dopo la pandemia dipenderà gran parte del percorso futuro.