Altrimenti nella città
DI ALESSANDRA AROSIO, PAMELA MASTRILLI –
Volontà costante di AsVeSS è di intercettare e valorizzare best practices ammirevoli che permettano di dire “È possibile! È reale! Si può replicare!”. Di seguito, si riporta la testimonianza di soci AsVeSS riguardante la rigenerazione sociale di un complesso edilizio veneziano, attraverso la multidisciplinarietà, la partecipazione, la facilitazione, l’inclusione e l’arte.
Si parla di uno dei progetti più articolati a cui la Cooperativa Sociale Il Sestante di Padova abbia partecipato: molti partner e azioni, molti obiettivi intermedi e un target ampio, molto più dei 2523 residenti della CITA.
È infatti alla CITA di Marghera che nel 2011 l’amministrazione comunale di Venezia partecipa ad un bando del Fondo FEI, “ALTRIMENTI NELLA CITTÀ”. Il progetto coordinato dal Servizio Immigrazione e Promozione dei Diritti di Cittadinanza e dell’Asilo ha coinvolto molti partner, tra i quali il Comune di Padova e lo IUAV. Il complesso edilizio Cita è costituito da 9 palazzi per un totale di 940 appartamenti, evoluto velocemente dagli anni 70, ha avuto una storia complessa divenendo un quartiere abitato da cittadini di molte nazionalità. Nel 2010 su 2523 residenti, 1719 erano italiani e 804 stranieri. Il Sestante viene coinvolta su azioni del proprio knowhow che nel tempo si delineano su tre direttrici con un’intensa operatività “nella” e “con” la comunità. L’obiettivo era sostenere processi partecipativi della vita di quartiere, agendo su conflittualità in un territorio con una significativa presenza di migranti esclusi dai meccanismi decisionali della vita condominiale e “indifferenti” al regolamento. Questo il panorama che veniva presentato.
Dopo un doveroso e illuminante ascolto degli stakeholder e in base alle indicazioni del committente, si sono definite tre macro aree di intervento. L’apertura di uno sportello dedicato all’orientamento ai servizi territoriali: intercettare bisogni e reindirizzarli ai servizi competenti. Un lavoro a prima vista banale ma fondamentale. Avere uno spazio operativo in loco, ha favorito sia l’attività di orientamento ai servizi sia l’ampliamento della rete target del progetto: i residenti. Successivamente si sono sostenute risoluzioni partecipate di questioni aperte come la raccolta dell’olio esausto, lo sgombero di alcune cantine con azioni di clean-up condominiale, l’aumento di campane e cestini per i rifiuti. Via Longhena 22 era anche sede per la gestione di casi di conflitto: momenti di colloquio e confronto tra le parti. Lo sportello fungeva anche da base operativa per la seconda macro area d’intervento: facilitare la partecipazione alle riunioni condominiali e il rispetto del regolamento. Era palese la difficoltà di comunicazione tra “accusati” ed “accusatori” e che necessitassero processi di facilitazione. I principali “collaboratori” divennero coloro che dettavano il passo: i referenti di scala. Una volta ingaggiati si è lavorato sugli aspetti motivazionali del ruolo perché si attivassero su: mappature interne dei condomini, definizione di avvisi di assemblea multilingua con la collaborazione degli amministratori e consegna ai condomini in affiancamento ai mediatori culturali, creazione condivisa di una “guida all’abitare” semplificata in multilingua e distribuzione. Terza area su cui ci si è spesi è stata l’idea dell’amministrazione Comunale di promuovere una mostra fotografica sulla CITA, a cura di Aldo Pavan. C’è stato un grande lavoro di diffusione dell’iniziativa e di raccolta materiale: scatti sulla CITA dei suoi abitanti nel tempo. Ciò ha favorito la narrazione di un quartiere attraverso il cambiamento inserendolo così in una più ampia cornice di senso.
Queste righe non esprimono la densità di azioni del progetto, fatto di partner operativi, colloqui formali negli uffici, focus group a tarda sera, chiacchierate nei negozi e in appartamento, raccolte dati, co-progettazioni di azioni partecipate. Successivamente si è ottenuto un altro finanziamento per procedere in continuità con quanto seminato positivamente con questo progetto.
Alessandra Arosio, Pamela Mastrilli di Il Sestante Cooperativa Sociale