Report di posizionamento Treviso e Belluno

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È la domanda a cui l’Osservatorio Economico e Sociale di Treviso e Belluno insieme ad AsVeSS ha provato a rispondere attraverso un primo lavoro di misurazione rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 mettendo in evidenza tanto i progressi quanto i ritardi e le difficoltà nella loro attuazione su base locale. 

L’analisi, su scala provinciale, offre una fotografia chiara e dettagliata basata su 44 indicatori attinti da numerose fonti pubbliche, in primis l’Istat, che consentono di valutare con precisione 15 dei 17 obiettivi proposti dalle Nazioni Unite. 

I dati degli indicatori elementari utilizzati sono stati elaborati in un indice composito di sintesi che consente di valutare il posizionamento provinciale in rapporto alla media nazionale negli anni 2021 o 2022 indicata con il valore base di 100. 

Per la provincia di Treviso, tra i punti di forza che presentano una valutazione molto migliore di quella nazionale, vi è innanzitutto il Goal 8 “lavoro dignitoso” (indice composito pari a 120,4), con l’incrocio di più indicatori sul mercato del lavoro – tasso di occupazione, presenza di giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano, retribuzione media.

Riporta un valore molto al di sopra della media nazionale anche l’indice composito relativo all’economia circolare (124,3) che registra la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e la quantità di rifiuti urbani prodotti pro capite (kg per ab.). Indicatori sopra la media anche per quanto riguarda gli obiettivi 3 “salute e il benessere” (105,4) e 10 “riduzione delle disuguaglianze” (109,8). 

Gli indici compositi relativi a energia pulita e accessibile (98,3) e pace giustizia e istituzioni forti (103) sono invece in linea con la media nazionale.

Fra i punti di debolezza che registrano numeri lievemente inferiori ai valori medi, vi sono gli obiettivi relativi alla lotta alla povertà (93,1) e alla parità di genere (96,6). Sono invece 5 gli obiettivi in cui l’indicatore registra valori molto inferiori alla media nazionale, tra questi l’istruzione di qualità (79), calcolato dalla sintesi tra gli indicatori sulla partecipazione alla formazione continua, la % di laureati e altri titoli terziari e di bambini di 0-2 anni che usufruiscono di servizi per l’infanzia e dalla presenza di biblioteche.

Gli altri obiettivi che evidenziano notevoli ritardi nella loro attuazione sono industria, innovazione e infrastrutture (91,9), città e comunità sostenibili (89) e consumo di suolo (72,4). Per tutti questi obiettivi il valore provinciale risulta inferiore non solo alla media nazionale, ma anche a quella regionale.

Il rapporto offre anche una lettura dello stato di avanzamento verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile della provincia di Treviso in riferimento ad un gruppo di 9 obiettivi quantitativi (gender gap, energie rinnovabili, tasso di occupazione, NEET, rifiuti urbani pro-capite, …) definiti a livello europeo e nazionale. 

Si evidenziano in questo senso progressi significativi per gli indicatori riferiti al tasso di occupazione, ai giovani che non studiano e non lavorano, alla riduzione dei rifiuti urbani pro-capite e al consumo di suolo e un allontanamento dagli obiettivi di sostenibilità riguardo al gap occupazionale di genere, alla produzione di energia da fonti rinnovabili, ai posti-km offerti dal trasporto pubblico locale e il superamento del limite giornaliero per il PM10. 

La tabella sottostante presenta, a sinistra, il livello di posizionamento della provincia di Treviso in base agli indici compositi e, a destra, lo stato di avanzamento verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile in riferimento ad un gruppo di 9 obiettivi quantitativi.

I dati di questo primo rapporto di posizionamento, realizzato da AsVeSS per conto dell’Osservatorio Economico e Sociale di Treviso e Belluno, evidenzia dunque l’attrattività del territorio in termini di opportunità lavorative, buona gestione dei rifiuti, adeguata qualità dei servizi per la salute e il benessere, ma mette altresì in luce anche le numerose situazioni di criticità a livello locale. 

In questa prospettiva, la ricerca da noi condotta rappresenta uno strumento utile e necessario per misurare la distanza dal raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e favorire la definizione di politiche ed azioni più efficaci perché quanto fatto finora non appare sufficiente a rispondere ai bisogni socio-economici e ambientali di un rinnovato sviluppo territoriale più equo, inclusivo e sostenibile.

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